Comune di Moruzzo
Assessorato alla Cultura
Par un pél, di Riedo Puppo, è un libro che ha avuto uno straordinario successo. Pubblicato per la prima volta nel 1960 e ristampato negli anni numerose volte, è forse il più longevo fra i testi di narrativa in friulano, se ancora oggi, a distanza di sessant’anni, ha ancora qualcosa da dirci.
In occasione della ricorrenza dei cento anni dalla nascita del suo autore, la chiave che ci permette di aprire una stupefacente visione sui personaggi di questo libro, tutti maschi, popolani, appartenenti a quella civiltà contadina che oggi davvero possiamo accettare che non esista più (se ne sta formando un’altra, di nuovi contadini di ritorno, giovani affascinati dalla campagna in quanto contrapposta alla città, ma del tutto diversa da quella), è Aquileia, nell’anno di un’altra ricorrenza, la caduta del Patriarcato del 1420, la sua storia e la sua originale ed inclusiva religione, e naturalmente le strabilianti intuizioni e ricostruzioni svolte dal più acuto ed approfondito studioso di questa materia: don Gilberto Pressacco.
In questa doppia ricorrenza, cosa avranno mai da dirsi questi due? La parola sulla quale si può arbitrariamente organizzare un appuntamento immaginario è la parola latina “rusticitas”, nelle immediate intuitive ‘bertoldiane’ significanze di rozzezza, incultura e goffaggine, ma anche in quelle più nascoste ed evocative di fedeltà, frugalità, semplicità, mitezza, onestà e coerenza.
Questa sarà la chiave attraverso la quale saranno ripercorse alcune delle molte storie contenute nel libro di Riedo Puppo, inquadrate nella lente d’ingrandimento degli studi di don Pressacco, che ne riveleranno una profondità identitaria che sorprende, nascoste tra le pieghe a volte comiche a volte commoventi delle vicende dei vari personaggi, spesso in rapporto, nel bene e nel male, con l’autorità religiosa: Quilìn che custodisce il suo Cristo di legno, Vigji umiliato dal potere ecclesiastico, Zuan Gjeremie grande cantore di laudi, Tin Zanòr che preferisce parlare direttamente con Dio, ed altri grandissimi caratteri di uomini miti, sconfitti, perdenti, a volte però tenacemente orgogliosi e resistenti. Testardi.
In scena, con il lettore Massimo Somaglino, una ricerca musicale fatta di citazioni dal repertorio popolare friulano conosciuto e non, confezionata in una nuova veste per voce e chitarra da Claudia Grimaz e Loris Vescovo.
con
Claudia Grimaz – canto
Massimo Somaglino – voce narrante
Loris Vescovo – chitarra e voce